OGGI DEMOLISCONO LA COMUNANZA.

Se oggi andrete a fare una visita a Castelluccio, vedrete che anche gli ultimi brandelli delle mura della storica “Comunanza” sono venuti giù, sotto gli ineluttabili colpi del demolitore.

Un edificio simbolo della storia del nostro paese che, in tempi non sospetti, quando ancora neanche si parlava di polivalenza o di dinamicità degli spazi, riusciva a rispondere ai bisogni dell’intera comunità.

Ci andavano a scuola i bambini, la mattina o il pomeriggio, carichi del loro ciocchi di legno per alimentare la stufa, che di soldi pubblici per provvedere al riscaldamento delle aule non ce n’erano.
Ci andavano i giovani la sera, quando le stanze si trasformavano in bellissime sale da ballo e il suono di organetti e fisarmoniche invogliava tutti a stare in compagnia per qualche ora… e quando le ragazze arrivavano con gli scarponi da neve ma, pur di non rinunciare alla loro femminilità, si cambiavano per indossare calze di nylon e scarpe col tacco.
Ci andavano le mamme a cuocere l’impasto del pane, perché a Castelluccio solo i grandi allevatori avevano un forno in casa; gli altri dovevano andare lì a farsi cuocere il pane da Tomassittu o, più tardi, da Carlo, in cambio di soldi o, molto più spesso, di uova e carne.
E infine ci andavano tutti gli abitanti, per partecipare alle riunioni della Comunanza Agraria (da qui il nome dell’edificio) e decidere insieme come utilizzare i beni comuni del Paese.

Se oggi andrete a fare una visita a Castelluccio, non guardate le macerie della Comunanza, ma chiudete gli occhi e pensate alle migliaia di storie che questo posto ha ospitato tra le sue mura.

Vespina&Mila Coccia, due di noi.

Ph. Giuseppe Iacorossi


by Per La Vita Di Castelluccio Di Norcia Onlus il 2017-11-11 15:05:39